Analisi e riflessioni di Gabriele Parenti, vice segretario regionale della FAP Acli Toscana.

L’innalzamento dell’aspettativa di vita è sempre stata un’aspirazione dell’umanità.

Adesso che è divenuta una possibilità concreta, grazie ai progressi della medicina, a

comportamenti più adeguati nell’alimentazione e negli stili di vita questa dovrebbe

essere considerata una buona notizia, una delle poche di questi tempi irti di difficoltà.

Invece se ne parla soprattutto per mettere in guardia sui rischi per la tenuta del sistema

pensionistico. Creando così preoccupazione in tutta la popolazione anziana.

Separare assistenza e previdenza

In un sistema socio-politico basato su bonus e incentivi pubblici di vario tipo, il welfare

dovrebbe essere, insieme alla sanità, al primo posto. Invece, il sistema politico sembra

procedere senza un progetto per adeguare le politiche sociali all’invecchiamento della

popolazione.

Ad esempio, l’anno prossimo la generazione dei c.d. boomers ovvero di coloro che sono

nati negli anni del boom demografico post bellico raggiungerà gli 80 anni. Cronicità e

non autosufficienza avranno una conseguente e progressiva crescita. Come si pensa di

ovviare? Il ricorso alle badanti è considerato un fatto privato mentre dovrebbe essere un

pilastro del welfare affinché il ricovero nelle Rsa sia solo l’ultima chanche e l’anziano

possa vivere il più a lungo possibile nel proprio domicilio. In tale ottica dovrebbe essere

previsto un bonus badante per le persone con reddito medio-basso.

Infatti, per persone con invalidità o con età molto avanzata dobbiamo pensare a

un’assistenza continuativa H24; la spesa diviene consistente e spesso non sostenibile

da anziani soli. Quindi è necessario un intervento pubblico.

Tutto questo dovrebbe accompagnarsi ad un potenziamento dei servizi sociali e

infermieristici.

Per quanto riguarda la temuta crisi del sistema pensionistico, il problema della denatalità

ovviamente esiste ma i provvedimenti correttivi dovrebbero avvenire in tempo più

ravvicinato. Quindi con una forte emersione dal lavoro nero e quindi rendendo più

semplice la concessione di cittadinanza e permessi di soggiorno per i migranti.

Insomma, una politica lungimirante che non si limita a una sterile denuncia dei problemi ma cerca

concrete soluzioni.

Last, not least. Un ultimo aspetto ma non meno importante. Varie agevolazioni, sussidi,

sconti sono legati a limiti di reddito così bassi che riguardano solo povertà estreme che

avrebbero bisogno di ben altre misure di sostegno.

Negli ultimi anni l’inflazione ha rialzato la testa. Quindi anche questi limiti andrebbero rivisti

e adeguati in modo che possano usufruirne anche persone a reddito basso, che stentano

ad arrivare a fine mese ma che sono esclusi perché, per tali agevolazioni, sono

considerati troppo “abbienti”.