Un’intervista a Enrico Fiori insegnante, scrittore e Presidente delle Acli di Siena.   Il suo nuovo libro Il Chianti dall’A alla Z edito da Sarnus-Polistampa unisce la competenza dello studioso alla passione di chi vive intensamente un territorio che definisce “uno scrigno prezioso” costellato di antichi borghi, castelli, eleganti cipressi.

Il volume raccoglie usi e costumi, tradizioni e folklore: a fianco delle prelibatezze gastronomiche e dei tesori paesaggistici, e la narrazione è ricca di aneddoti, c à, personaggi storici, che vanno a costituire questo alfabeto chiantigiano.

Ne parliamo in questa conversazione con l’autore

Ma è vero che Chianti è una delle parole più cliccate sul web e non parlo solo del vino?

E’vero: la parola Chianti è una delle più cliccate e non solo per il vino, peraltro giustamente famoso in tutto il mondo; la parola Chianti evoca tante cose, dal territorio alla cucina, dall’antica Lega ai borghi medievali, ma quando si dice Chianti si fa riferimento soprattutto ad uno stile di vita, a un modo di vivere tranquillo e rilassato, lontano dalla frenesia dei grandi centri.

Gli Inglesi si sono inventati il Chiantishire, un termine che nell’immaginario collettivo si è trasformato in un posto leggendario ammantato di eleganza, armonia, bellezza, e come tutti i luoghi leggendari anche questa ha un fondo di verità. 

Quali sono “i magnifici chilometri” che non ti stanchi mai di percorrere?

Ci sono strade che pur lunghe non ti pesano e non ti stancano mai, altre invece, magari più corte che sono logoranti e faticose ecco la Chiantigiana non mi stanca mai e c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire: un vicolo, una strada, una bottega, ma anche una persona che ha qualcosa da dire, una confidenza da fare, una vicenda da riportare.

Ho conosciuto molte persone che mi hanno raccontato tante storie, alcune spiritose, altre più interessanti: ecco in questi anni nel Chianti ho imparato ad ascoltare gli abitanti del posto e a far tesoro delle loro narrazioni.

Uno dei miei divertimenti preferiti è proprio quello di partire da Castelnuovo Berardenga dove abito, arrivare fino a San Casciano in Val di Pesa o a Greve in Chianti e poi tornare indietro, facendo tappa a San Donato in Poggio piuttosto che a Volpaia oppure sostare a Gaiole in Chianti o fare un giro a Panzano, tanto per citare alcune località.

E il bello è che una volta tornato a casa ripartirei subito, magari per percorrere altri itinerari, ma sempre nel Chianti!

 Dal tuo libro emerge che andare nel Chianti significa addentrarsi in una terra magica…

La magia del Chianti sta nell’atmosfera che si respira in queste terre dove Storia e Leggenda si accavallano: così accanto alla storica contesa tra Firenze e Siena, combattuta armi in pugno, ecco sorgere la leggenda del gallo nero con il cavaliere fiorentino e quello senese che partono al canto del gallo, nero per la Città del Giglio, bianco per la Città del Palio; con la vittoria del primo grazie ad uno stratagemma.

Accanto alla figura storica di Bettino Ricasoli, detto il “Barone di ferro” per la durezza del suo carattere e inventore della formula del vino Chianti, spunta la leggenda nera del fantasma di Bettino che ancora oggi infesta le campagne e il castello di Brolio a cavallo di un destriero, seguito da una muta di cani, spettrali pure loro! 

E si potrebbe continuare a lungo parlando di fatti storici poi sconfinati nel mondo della fantasia, ma non voglio togliere a nessuno il magico piacere della scoperta!

 Tradizioni, paesaggio, gastronomia, arte, legami profondi che costruiscono un’identità.

Partiamo da qui: il Chianti è unico e inconfondibile! Questo perchè nella terra di Sua Maestà il Gallo Nero si verifica uno straordinario intreccio di colline pettinate con ordinati filari di viti ed olivi, di minacciosi e turriti castelli, di eleganti ville ornate da svettanti cipressi, di tortuose strade che si snodano nelle campagne, di austere e severe pievi.

E poi ci sono i borghi con le loro massicce case in pietra, la cucina dove vino, olio e selvaggina la fanno da padroni, le cantine dove riposa quel vino straordinario che è il Chianti Classico.

Proprio per salvaguardare questa felice combinazione che nel 1716 il Granduca Cosimo III emanò un bando per delimitare i confini del Chianti: fu il primo documento ufficiale al mondo con cui veniva precisata una zona di produzione del vino, ma non c’è dubbio che anche questo ha contribuito a forgiare l’identità del Chianti.