Nell’iniziare il nuovo anno con un sempre maggiore impegno nel sociale affrontiamo

subito un tema cruciale come il diritto alla salute.

Nello scenario di un post –pandemia – che però non vede ancora debellato del tutto il

Covid-19 – e con le nuove problematiche poste dall’invecchiamento della popolazione e

dalla crisi economica occorre ripensare in tempi rapidi l’assetto socio-sanitario e socio-

assistenziale.

Il primo presupposto è ribadire la centralità della sanità pubblica, che ponga in primo

piano la qualità e la tempestività dei servizi ma anche mette in evidenza l’importanza

della ricerca scientifica.

Ma anzitutto occorre analizzare a fondo le criticità che sono marcate soprattutto nell’area

metropolitana fiorentina dove si concentra quasi un terzo della popolazione toscana e

dove i tempi di attesa ma anche la dislocazione territoriale concentrata sul tessuto

cittadino costringono molti utenti a rivolgersi al sistema privato.

Con questa presa di posizione non vogliamo stabilire l’equazione anziani = sanità perché

il nostro campo di attività è assai più vasto e comprende le politiche sociali, gli stili di vita,

la cultura e il tempo libero, i temi previdenziali ed economici.

Ma la sanità è ovviamente uno dei nostri settori d’intervento prioritari e questo non solo

nell’ottica degli anziani ma di tutta la popolazione.

Quindi, nella nostra funzione di sindacato richiediamo una sanità pubblica all’altezza dei

nuovi bisogni- Quindi una sanità di prossimità con una forte integrazione con percorsi

assistenziali, diagnostici o terapeutici,

Per questo guardiamo con attenzione agli annunciati percorsi di riorganizzazione a

cominciare dall’emergenza –urgenza e della assistenza territoriale e quindi sulle case di

comunità.

Ma riteniamo impellente anche un drastico abbattimento delle liste di attesa negli ospedali

e per gli esami diagnostici e le visite specialistiche perché qui è il banco di prova della

tenuta del sistema di sanità pubblica. Ed è anche un grosso problema per la maggior

parte dei pensionati che vedono crescere le spese per visite ed esami anche oltre le loro

possibilità economiche e che di conseguenza, non di rado rinunciano a curarsi.

Quindi lanciamo questo appello, in particolare alla Regione affinché il diritto alla salute

sia un aspetto prioritario dei diritti di cittadinanza.