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Il Teatro è un aspetto della via culturale che la popolazione anziana apprezza
particolarmente.
Un classico come Spettri è quindi un evento importante. Soprattutto se la protagonista è
interpretata dalla grande attrice Andrea Jonasson vedova e musa ispiratrice di Giorgio
Strehler
Il dramma di Ibsen è in scena a Firenze dal 7 al 12 febbraio nella nuova versione
adattata da Fausto Paravidino e diretta da Rimas Tuminas.
Spettri, scritto nel 1881, è uno dei capolavori di Henrik Ibsen. E’ considerato un dramma
borghese ma ricorda la tragedia greca. L’ambientazione è in una campagna norvegese,
resa grigia e stagnante, come l’animo dei personaggi, da una pioggia battente.
Questa nuova versione del capolavoro del drammaturgo norvegese adattata da Fausto
Paravidino, diretta da Rimas Tuminas, interprete di rara limpidezza e intensità, Andrea Jonasson,
emoziona nel ruolo di Helene Alving.
Siamo in una dimensione onirica, come se Helene, visitata costantemente dai suoi
spettri, continuasse a rivivere – anni dopo i fatti narrati da Ibsen – gli stessi nodi, gli stessi
contrasti: quelli minacciosi che per gran parte dell’esistenza ha nascosto, negato,
soffocando i propri sentimenti in nome di un perbenismo di facciata.
«I “fantasmi” – afferma il regista Rimas Tuminas – sono illusioni che le persone
costruiscono a partire dalle proprie debolezze, glorifichiamo le nostre paure e lodiamo le
effigi dei nostri carnefici. I “fantasmi” sono le menzogne che adottiamo e che trasmettiamo
ai nostri figli. Questo spettacolo – conclude – è una storia di liberazione dai fantasmi che ci
inseguono.»