Noto studioso delle problematiche sociali dei giovani e degli anziani
Ha destato vivo cordoglio la recente scomparsa del sociologo Massimo Ampola (78 anni),
livornese, noto studioso di comunicazioni sociali che è stato per vari decenni docente di
Metodologia e Tecnica della ricerca sociale nella Facoltà di Scienze Politiche
dell’ Università di Pisa.
Ho conosciuto Massimo Ampola nella Sede delle Acli a Firenze nel 1969 quando era
fra i più quotati dirigenti di Gioventù Aclista ed entrò a far parte del Consiglio Nazionale
delle Acli in rappresentanza, appunto, dei giovani.
Subito apprezzai le sue doti intellettuali e la sua grande umanità arricchita dal gusto
della battuta, tipicamente toscano, che nelle nostre riunioni regionali dove spesso ci si
confrontava spesso animatamente, stemperava sapientemente ogni tensione,
Nel clima incandescente dei rapporti tra le diverse componenti delle Acli (era l’epoca,
all’inizio degli anni ’70, nella quale avvenne anche la scissione) i suoi interventi offrivano
sempre spunto per ragionamenti argomentativi e si basavano su un’approfondita analisi
del contesto sociale.
Anche negli anni successivi, sebbene con un impegno ridotto a causa del suo impegno
principale, quello di professore nell’Università di Pisa è stato un personaggio di spicco
nelle Acli livornesi e quindi in quelle toscane.
Portava anche nella nostra associazione la capacità di analisi e di sintesi che ho poi
ritrovato nella sua attività accademica. Ho avuto infatti modo di collaborare con lui nel
Dipartimento di scienze sociali dell’Ateneo pisano con seminari e workshop ed è sempre
stato una guida che mi arricchiva non solo con lo spessore scientifico delle sue
disamine ma anche con quella dose di buon senso che coniuga la ricerca
all’osservazione empirica. Non a caso è conosciuto anche a livello internazionale per i
suoi studi su Habermas
Sempre vicino ai suoi studenti era attento alle problematiche dei giovani ma anche a
quelle degli anziani e ad entrambe ha dedicato studi approfonditi sulle condizioni sociali
e sugli aspetti relazionali .
Portano il segno della sua esperienza aclista le ricerche sulle situazioni di
emarginazione tra cui cito in particolare (Dalla marginalità all’emarginazione: studi e
ricerche sulla realtà italiana, 1986) e le trasformazioni in ambito religioso (Mondi vitali,
religiosi e secolari in transizione: la morfologia sociale livornese).
Nel 1983, in un editoriale su Vita e Pensiero – Studi di sociologia scriveva: “le azioni vitali
che caratterizzano il rapporto tra individuo e società si privatizzano e sono respinte in
un’ area individualistica e, comunque, prevalentemente subordinata alia produttività
economica. I meccanismi affettivi finiscono per identificarsi nel profitto, nella concorrenza,
nelI’ efficienza e sono proprio tali «valori» prevalenti ad esprimere il passaggio dalle
precedenti categorie comunitarie a quelle di un privato privo di identità.
Anche nelle varie occasioni nelle quali l’ho intervistato su problematiche sociali ha
sempre avuto la capacità di dare risposte scientificamente rilevanti ma con
un’esposizione che le rendeva accessibili anche ai non addetti ai lavori.
Ogni volta che si presentavano situazioni nuove nelle dinamiche sociali e sullo scenario
politico prendevo il telefono e mi confrontavo con Massimo traendone sempre
significative osservazioni. Mi arricchivano non solo il suo sapere ma anche il suo stile
anglosassone, con quell’ understatement davvero prezioso in un mondo dove tutto è
enfatizzato, esasperato. Tanto più che quello stile pacato, con una dose bonaria di
ironia non sottovalutava affatto la gravità o l’importanza di certe situazioni ma ne
consentiva una valutazione più meditata e quindi più incisiva ed efficace.
Il sindaco di Livorno Luca Salvetti lo ha definito “eccellenza cittadina […] uno dei
massimi esperti della comunicazione di massa. Da sempre impegnato, in politica e nel
sociale –ha detto sottolineato il Sindaco Salvetti – era un profondo conoscitore della sua
città di adozione Livorno, che amava profondamente e per la quale è sempre stato un
riferimento.