Nel corso della riunione del Comitato regionale della Fap Acli della Toscana il Vice Segretario Nazionale Vicario Paolo Formelli ha tenuto una relazione sul tema “Garantire dignità e lavoro ai giovani e ai disoccupati” di cui riportiamo una sintesi.

Formelli ha dichiarato anzitutto che “ è urgente ripensare a un nuovo modo di fare economia restituendo il potere di acquisto ai salari e rilanciando i consumi per favorire la ripresa del PIL e la creazione di nuovi posti di lavoro”.

A questo proposito ha fatto presente che “un primo passo, per esempio, può essere rappresentato dalla riduzione dei carichi fiscali sui redditi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. Tanti sono i ritardi accumulati in questo ambito, considerando che L’unica e ultima vera riforma fiscale è datata 1973”.

E il Vice Segretario della Fap ha ricordato anche che “in un dossier presentato alla camera dei deputati il 5 ottobre 2021, l’onorevole Marattin ricordò che la riforma fiscale è addirittura precedente a quando gli uomini sono scesi sulla Luna e che comprende anche la riforma tributaria che da allora non ha conosciuto interventi strutturali. Mezzo secolo, dunque, senza adeguamenti”.

Da quel momento non è stata fatta più alcuna riforma fiscale. Tutto è stato lasciato andare: non sono state toccate alcune aree di evasione come Irpef, Irap, Iva e riforma tributaria utile per cambiare la forma organizzativa delle tasse. Aree che avrebbero dovuto essere sottoposte a favorevole tassazione per il nostro Paese, se fossero state modificate negli anni in cui era presente qualcosa da tassare.

Queste modifiche potevano, addirittura, essere state motivate da obiettivi di crescita economica.

“ Occorreva una razionalizzazione delle imposte per prevedere un sistema in base a cui paga di più chi ha di più -ha aggiunto Formelli constatando che ,invece, vengono ignorati milioni di lavoratori che non riescono a lavorare abbastanza da sottrarsi alla povertà, con salari che non consentono di vivere dignitosamente in contrasto con l’articolo 36 della Costituzione”.

Situazioni simili – osserva ancora Formelli – sono tutt’altro che rare in Italia. Secondo l’Istat, i compensi orari inferiori a € 9 lordi riguardano almeno 3,5 milioni di lavoratori, concentrati tra giovani di ambo i sessi e donne di ogni età tra le lavoratrici e i lavoratori di servizi di turismo, ospitalità, ristorazione, agenzie di viaggio e logistica, ma anche tra chi lavora nelle attività sportive e di intrattenimento, dove ai compensi stellari di pochi fanno da contraltare i bassissimi compensi nei servizi di supporto e tra gli operai di ogni settore.“

Nel Mezzogiorno – rileva Formelli – questa situazione riguarda un lavoratore e una lavoratrice su quattro, come ha denunciato l’ultimo rapporto Istat, spingendo a emigrare e sguarnendo di ulteriori risorse preziose quelle regioni”.

Solo di recente i sindacati hanno iniziato una riflessione autocritica che ha portato a non osteggiare più l’introduzione di un salario minimo legale, pur con qualche distinguo.

Considerando, infine, che i lavoratori a bassa retribuzione coincidono spesso con i più vulnerabili e non standard (cioè senza contratti a tempo pieno e a tempo indeterminato), il quadro della povertà appare ancora più drammatico.

A tutto questo – ha sottolineato il Vice Segretario Nazionale Fap Acli Paolo Formelli – si aggiunge il dramma, sempre attuale, delle morti sul lavoro dovute sovente a situazioni di pericolo, omissione o mancato rispetto delle normative: manca una cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro da costruire attraverso un impegno congiunto tra istituzioni, aziende, associazioni e sindacati.

E’ quanto mai urgente promuovere iniziative per sensibilizzare sul tema della prevenzione che richiede un’attenta e periodica erifica delle procedure di sicurezza e dei macchinari, oltre a un’adeguata formazione del personale e ad adeguati meccanismi di risarcimento.

Pertanto Formelli ha osservato che tutte queste situazioni di precarietà incidono pesantemente sulla vita delle persone e sulla loro possibilità di condurre una vita dignitosa, fare progetti, dare seguito all’eventuale desiderio di avere figli.

In questo scenario – conclude Formelli – il Governo parla di mancanza di fondi per attuare la proposta di legge delle opposizioni che prevede una compensazione per le imprese nella fase transitoria. Tutto questo stride a fronte, ad esempio, del ritorno dei vitalizi per far fronte all’inflazione ai condoni fiscali e alla promessa di produrne altri.

E osserva, infine, che il Governo dovrebbe interrogarsi sul perché tra la gente si riscontra un consenso larghissimo alla proposta di introduzione di un salario minimo legale. Anche gli elettori della maggioranza di Governo -sottolinea – hanno esperienza diretta di quanto siano diffusi e insopportabili salari da fame.

Dobbiamo affrontare consapevolmente tutte queste evoluzioni economiche e del mercato del lavoro. Vogliamo essere anche noi della Federazione Anziani e Pensionati delle Acli, al fianco dei lavoratori e dei pensionati, protagonisti della ripresa.

Paolo Formelli