Femininum Maskulinum, il nuovo spettacolo di Giancarlo Sepe, al Teatro della Pergola, nel

Saloncino ‘Paolo Poli’, dal 23 al 28 aprile, racconta di fuggiaschi, che avevano sognato e

sperato nella Repubblica di Weimar, nelle sue promesse di libertà culturali, politiche,

sessuali, di genere.

“Sarebbe bello essere sé stessi e rimanere in un posto qualunque senza agguati o

soprusi da sopportare“ sottolinea Sepe nelle note di regia.

E sempre nelle note di regia osserva che la storia “è scritta da donne e uomini, artefici e

vittime di loro stessi. Il 30 gennaio del 1933 Hitler sale al potere e tutto quello sognato e

sperato nella Repubblica di Weimar è cancellato: le promesse, le libertà culturali, politiche,

sessuali, e di genere“.

Sepe ricorda che il teatro, la musica e il cinema cercano di respingere le proibizioni sul

pensiero, la patria, la famiglia e il sesso. E aggiunge che sono gli artisti a ribellarsi, “a

ritrovarsi in posti nascosti come clandestini: cantanti, attori, romanzieri, drammaturghi,

ballerini e musicisti scelgono di esprimersi negli angoli bui, nei sotterranei, nei letti, nelle

strade, e sono alcuni di loro che, in quel fatidico giorno, il 30 gennaio 1933, decidono di

scappare e salvarsi la vita“.

Lo spettacolo si avvale di dodici attrici e attori: (in ordine alfabetico)  Sonia Bertin, Alberto

Brichetto, Lorenzo Cencetti, Chiara Felici, Alessia Filiberti, Ariela La Stella, Aurelio

Mandraffino, Giovanni Pio Antonio Marra, Riccardo Pieretti, Alessandro Sciacca, Federica

Stefanelli, e con la partecipazione di Pino Tufillaro; musiche di Davide Mastrogiovanni |

Harmonia Team; scene di Carlo Marino, costumi di Lucia Mariani, disegno luci di Javier

Delle Monache.

Assistente costumista Isabella Melloni, scene realizzate dal Laboratorio di Scenografia del

Teatro della Pergola macchinisti realizzatori Duccio Bonechi, Cristiano Caria, Francesco

Pangaro, Filippo Papucci.

La storia di Femininum Maskulinum – una produzione Teatro della Toscana – è ricavata

dunque da vite di donne e uomini, artefici e vittime di loro stessi da quando Hitler sale al

potere il 30 gennaio 1933, e il teatro e la musica e il cinema cercano di respingere le

proibizioni, nascondendosi. Cantanti, attori, romanzieri, drammaturghi, ballerini e musicisti

scelgono di esprimersi al buio. Thomas Mann, un Nobel, cerca di resistere e solo nel 1936

decide di lasciare la Germania con la moglie Katia, ebrea di nascita. Nel frattempo,

l’omosessualità viene bandita, malgrado i tanti omosessuali nel partito di Hitler.

Giancarlo Sepe inizia giovanissimo l’attività teatrale fino a fondare, nel 1972, il Teatro La

Comunità. Regista pluripremiato, ha all’attivo oltre 100 regie tra prosa e lirica ed è ospite

fisso dei più importanti festival internazionali quali Nancy, Santarcangelo, il Festival di New

York, Epidauro, Versiliana Festival ed il Festival dei Due Mondi di Spoleto.