Matilde di Canossa , marchesa di Toscana, vice regina d’Italia è stata una delle donne più
potenti del Medioevo. Aveva una personalità complessa con una vena mistica ma con un
carattere forte e determinato.
L’iconografia tradizionale la ritrae alternativamente in atteggiamento pio e devoto o come
sovrana guerriera. (Da notare la statua in Vaticano in posa regale).
In effetti, aveva una personalità complessa. Una vena mistica che le faceva desiderare di
chiudersi in convento si univa a un carattere indomito e autoritario. Si circondava di filosofi
e teologi ma governava in prima persona un feudo immenso, tra i più importanti d’Europa,
che dalla Lombardia giungeva fino alle porte di Roma. E, in un territorio così vasto,
occorreva sapersi relazionare con le città, i vassalli, le Chiese locali e le abbazie.
A questa donna potente, ma tormentata nella sua vita privata, Cinzia Giorgio dedica il suo
nuovo romanzo storico “Io sono la contessa”. (Matilde di Canossa: la vita di una delle più
grandi donne della Storia) Newton Compton Editori 2024.
Un grande affresco in cui insieme alla protagonista si muovono altri personaggi di rilievo.
Anzitutto l’imperatore Enrico IV suo cugino e irriducibile avversario ma forse l’unico uomo
di cui sia stata innamorata. Poi la moglie di Enrico, Berta, rivale ma anche amica. Il Papa
Gregorio VII di cui la Gran Contessa era fervente sostenitrice tanto che la propaganda
imperiale asseriva che ne fosse anche l’amante (ma fra questi due caratteri indomiti non
mancavano momenti di scontro). Inoltre, Goffredo il Gobbo il primo marito di Matilde
morto misteriosamente… e molti altri.
Dalla narrazione di Cinzia Giorgio emerge con forza la personalità della GranContessa,
che segna le vicende storiche di cui è stata protagonista, come il celebre episodio
dell’umiliazione di Canossa a cui si sottomise Enrico IV e che fu un insieme di diffidenze e
di inganni.
Matilde che fece di tutto perché il cugino / nemico fosse liberato dalla scomunica che lo
avrebbe privato del trono. Il Papa prevedeva che l’imperatore si sarebbe vendicato ma fu
costretto a cedere dall’insistenza della sua potente alleata. La quale non era un’ingenua e
quindi doveva avere lo stesso timore ma il suo desiderio di pace era tale da indurla a
rischiare. Un libro avvincente, che si legge con passione perché è una sorta di full
immersion in un Medioevo sanguigno, e violento, ricco di passioni come l’odio implacabile
di Enrico dopo l’umiliazione di Canossa, ma anche di sfaccettature e di contraddizioni.
Tra l’altro l’introspezione piscologica della protagonista è accentuata dall’espediente
letterario del ritrovamento di un manoscritto che si rivela essere una sorta di diario scritto
di pugno dalla signora di Canossa.