La giornata del 1 ° giugno è una pagina importante nella storia delle Acli.
Infatti, l’incontro con Papa Francesco non è stato solo la celebrazione dell’anniversario
della nostra fondazione, 80 anni fa. E’stato il riconoscimento sentito, affettuoso, che il
cammino delle Acli si è svolto sempre tra la gente e per la gente.
Il Papa ha detto che le ACLI sono un luogo dove è possibile incontrare dei “santi della
porta accanto”, che non finiscono sulle prime pagine dei giornali, ma a volte cambiano
concretamente le cose, in bene!
E ha rilevato che “questa storia è un patrimonio da cui trarre energie vitali per guardare
avanti con speranza e determinazione. In essa troviamo i valori che hanno ispirato i vostri
fondatori e che generazioni di aclisti hanno incarnato nel corso degli anni, attraverso una
presenza importante nella società”.
Ha poi delineato “cinque caratteristiche di questo stile vostro, che ritengo fondamentali per
il vostro cammino”. Specificando che:
La prima è lo stile popolare. Si tratta non solo di essere vicini alla gente, ma di essere e
sentirsi parte del popolo. Significa vivere e condividere le gioie e le sfide quotidiane della
comunità, imparando dai valori e dalla saggezza della gente semplice.
Seconda caratteristica: lo stile sinodale. Lavorare insieme, collaborare per il bene comune
è fondamentale. Questo stile sinodale è testimoniato dalla presenza di persone che
appartengono a diversi orizzonti culturali, sociali, politici e anche ecclesiali, e che oggi
sono qui con voi. Ma è anche uno stile che vi appartiene strutturalmente perché, come ha
scritto il vostro Presidente presentandovi, siete un insieme di associazioni “multiformi e
inquiete”. È bello questo: voi siete pluriformi e inquieti, e questo è una cosa bella. È bello
questo: la varietà e l’inquietudine – in senso positivo –, che vi aiuta a camminare insieme
tra voi e anche a mescolarvi con le altre forze della società, facendo rete e promuovendo
progetti condivisi.
La terza caratteristica: uno stile democratico. La fedeltà alla democrazia è da sempre un
tratto distintivo delle ACLI. Oggi ne abbiamo tanto bisogno. Democratica è quella società
in cui c’è davvero un posto per tutti, nella realtà dei fatti e non solo nelle dichiarazioni e
sulla carta. Per questo è importante il molto lavoro che fate soprattutto per sostenere chi
rischia l’emarginazione
Quarto: uno stile pacifico, cioè da operatori di pace. In un mondo insanguinato da tante
guerre, so di condividere con voi l’impegno e la preghiera per la pace. Per questo vi dico:
le ACLI siano voce di una cultura della pace, uno spazio in cui affermare che la guerra non
è mai “inevitabile” mentre la pace è sempre possibile;
Infine, uno stile cristiano. Lo menziono per ultimo non come un’appendice, ma perché si
tratta della sintesi e della radice degli altri aspetti di cui abbiamo parlato. A chi possiamo
guardare per capire che cosa vuol dire essere operatori di pace fino in fondo, se non al
Signore Gesù? Dove possiamo trovare ispirazione e forza per accogliere tutti, se non nella
vita di Gesù?
Queste espressioni di Papa Francesco qui sintetizzate (ma consiglio vivamente di leggere
il suo discorso integrale) sono particolarmente significative perché si riferisce all’impegno
di tante generazioni di aclisti a quelli di ieri e a quelli di oggi.. e ha notato che il nostro è
un impegno silenzioso, di volontariato di base, senza clamore mediatico, senza onori e
gloria.
Ritengo importante anche la “presentazione” che ha fatto il nostro Presidente nazionale
Emiliano Manfredonia. Ne riportiamo alcune frasi. (ma anche in questo caso si consiglia di
leggere l’intero discorso)
Acli si legge al plurale: le ACLI – Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani. Siamo un
insieme di associazioni, multiformi, inquiete, che aggregano, sollevano, propongono. Nelle
maglie della nostra azione sociale abbiamo a cuore il pieno sviluppo di ognuno.
Ci sentiamo chiamati ad unire le persone, metterci volto a volto e sanare le ferite, sostenere i
più anziani, amare i più piccoli, promuovere le famiglie.
Senza essere un sindacato ci preoccupiamo di tutto il mondo del lavoro. La società in cui
siamo immersi non offre percorsi dignitosi soprattutto alle donne e ai giovani. Sosteniamo
un lavoro sicuro dentro un’economia sostenibile. Un lavoro che possa mettere in relazione
le persone, che curi, che sia progetto, sia partecipazione, sia solidale. Ci battiamo per un
salario giusto che possa garantire un’esistenza libera.
Senza essere un partito siamo di parte, non abbiamo timore di prendere posizione.
Perché abbiamo fame e sete di giustizia.
Amiamo la pace, preghiamo per la pace. Sosteniamo la mediazione come unica via della
politica, desideriamo percorsi di fratellanza universale, lavoriamo per la convivenza dei
popoli. Per noi il coraggio della pace è una missione prioritaria camminando a fianco delle
vittime, unica parte da sostenere sempre.
Mi sembra che emergano i valori, i cambi d’impegno delle ACLI e anche quel ruolo
“profetico” che le ha portate nel corso della storia, di essere molto spesso in anticipo sui
tempi…